Sulla soglia
diario poetico, illustrato, sul concetto di “casa”
“Mentre il tempo scorre, io non sempre riesco a stare al suo passo.
A volte corro, rincorro, altre mi fermo, mi arrendo.
E la casa? Mentre tutto procede ed evolve, la casa resta davvero immobile?
Mi aspetta? Sa del mio ritorno?
Nella mia casa io abito il tempo?
Mentre io non riesco a sottrarmi alle leggi del cambiamento, quel solido corpo di mattoni e cemento che mi offre riparo la notte, può resistere alle trasformazioni dei suoi abitanti?
Nel paese le case sono molte, ma perché proprio questa è la mia?”
Abbiamo intervistato uomini e donne, dai 19 agli 80 anni, stando sulla porta delle loro abitazioni, nei paesi di Raveo, Socchieve, Borgo Siega, Enemonzo, Preone.
Le domande poste durante l’intervista e l’osservazione dell’intervistato attraverso il disegno dal vivo, hanno dato il via alla narrazione di storie intimamente personali, legate al concetto letterale e figurato, quotidiano e sacro di casa.
I racconti del legame intimo con la propria abitazione sono stati rielaborati artisticamente, in un diario che integra memoria e istante, illustrazione e parola, al fine di restituire nel complesso un viaggio visivo e poetico nell’universo personale e comunitario che la casa, in quanto “corpo esterno” della persona, testimonia nei paesi di Preone e dintorni.
Il diario ha la forma di un albo illustrato personalizzato.
A ciascun intervistato abbiamo donato il suo.
Un piccolo luogo dei ricordi in carta e inchiostro.
Se li mettessimo in fila uno dopo l’altro ne uscirebbe un villaggio di carta, disegni, segni e parole, custoditi da pagina a pagina, sulla soglia.
Caterina e Serena
Casa è ritorno.
Casa è il mio tutto.
Casa è dappertutto.
Casa è oltre quelle cime.
Casa è nido.
Casa è radice.
Casa non è mia, è solo un affitto.
Casa è affetto.
Casa sono io.
Casa è riposo.
Il mio privato.
Ciò che mi è stato privato.
Casa è quando parto.
Casa vorrei fosse un porto, senza porte…
Io, sono la soglia.
foto di Claudio Cescutti